Krivaja

Alla fine dell’Ottocento, nella Bosnia centrale, gli Asburgo avviarono lo sfruttamento delle enormi foreste locali e nacque una prima segheria, la Krivaja, cresciuta fino a diventare un gigantesco kombinat nel periodo jugoslavo. Siamo a Zavidovići, la “città del legno”, sviluppatasi proprio attorno a questa fiorente attività.

Negli anni Ottanta l’azienda contava più di 12.000 tra operai e impiegati, con succursali in Stati Uniti, Germania, Francia e Algeria. Produceva mobili, utensili, progettava opere ingegneristiche, aveva una propria linea commerciale, di trasporti e ristorazione. 

Ha resistito alle guerre degli anni Novanta che avevano come obiettivo le case e non le fabbriche, gli operai hanno continuato a lavorare anche con i cecchini. Quello a cui la Krivaja non ha resistito è stato però il dopoguerra; oggi non riesce a dare lavoro neppure al 40% dei 10.000 impiegati del 1991.

Questo viaggio del 2014, condiviso con imprenditori e architetti per finalità lavorative, mi ha permesso di entrare all’interno della Krivaja per documentare la situazione della fabbrica in un momento transitorio di passaggio tra la proprietà statale e la possibile privatizzazione della storica azienda.

2014