Vedo, Sento, Parlo…Sono

“La prima mafia si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall’altra parte. L’omertà uccide, la verità è la speranza.”

Don Luigi Ciotti

Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Locri (RC) 21 marzo 2017

Il richiamo alle scimmie sagge dell’iconografia popolare è innegabile e lampante, nel titolo di questo progetto così come nelle immagini cui esso si riferisce. Un richiamo palese ma antitetico, in contrapposizione con il significato che la società odierna conferisce al mito, sintetizzabile nel detto “non vedo, non sento, non parlo”.

Nel tempo l’immagine delle tre scimmie è stata reinterpretata come simbolo dell’omertà e dell’indifferenza e quindi presa in considerazione come affermazione della libertà di manifestazione del pensiero e nella lotta contro provvedimenti tesi a limitarla od oltraggiarla. Un significato differente, ma non per questo necessariamente e completamente disgiunto. Le tre scimmie oggi ricordano la necessità di ottemperare ad un comportamento benevolo e onesto, ma anche quella di attivarsi contro l’indifferenza e la violazione della libertà di espressione, attraverso una provocazione dal carattere ironico.

Il progetto “Vedo, Sento, Parlo…Sono” riprende, dunque, volutamente questa reinterpretazione “negativa” dell’iconografia, ma intenzionalmente sminuendola con delle riproduzioni miniaturizzate dei volti protagonisti. Per ogni singolo personaggio, infatti, tre immagini di piccolo formato riprendono le pose tradizionali delle tre scimmie sagge, contrapposte ad un’immagine di grande formato che lo rappresenta nella sua condizione reale, libero per scelta di essere e pensare. Un’immagine che intende evidenziare e sottolineare l’importanza e la preponderanza di questa attitudine, facendo leva sulla potenza espressiva del volto e dello sguardo, perentoriamente orientato verso l’obiettivo e quindi verso l’occhio dello spettatore, richiamato ad osservarlo in un empatico vis-à-vis.

Le fotografie sono contenute nel libro “La Voce di Impastato”, scritto dal giornalista Ivan Vadori ed edito da Nuovadimensione.

2018